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“Perfecto” ha una chiara radice latina: significa compiuto, ideale, coerente con i valori più alti, con gli ideali supremi. Ha perfettamente senso, dunque, che il fondatore dell’azienda di capi in pelle Schott NYC, Irving Schott, abbia scelto questo nome per identificare la giacca più iconica prodotta nei suoi stabilimenti, il “chiodo da motociclista” che tra soli cinque anni compirà un secolo di esistenza.
In realtà, Mr. Irving, figlio di russi emigrati a New York, non sapeva – o forse sì – che stava disegnando e mettendo sul mercato la giacca da moto “perfetta” e che il pubblico dei biker, dei rocker e degli outlaw glielo avrebbe presto riconosciuto.
L’azienda Schott venne fondata nel 1913 e operò a lungo negli scantinati di un palazzo nel Lower East Side di Manhattan, a New York. Inizialmente, Irving Schott e i suoi impiegati producevano capi in pelle su commissione facendosi notare per i dettagli in pelliccia, come il colletto e i polsini.
Negli anni ’20 del secolo scorso si verificò l’esplosione di un nuovo mezzo di trasporto: la motocicletta. Non fu una novità di quegli anni (Harley Davidson era nata nel 1903) ma le moto cominciavano ad assomigliare a qualcosa di ben definito e non erano più soltanto biciclette con un motore.
All’evoluzione nel design delle due ruote, seguì presto il bisogno di maggiore sicurezza e fu così che Mr. Irving, da bravo imprenditore, fiutò il business per la produzione della sua prima giacca di pelle in serie: il Perfecto. Inizialmente, intercettò il suo pubblico presso il concessionario locale Harley Davidson con un prezzo fissato a 5,50 dollari.
Fu certamente il Selvaggio (The Wild One), film con Marlon Brando del 1953 a rendere per la prima volta noto il Perfecto al grande pubblico e a connotarlo come la giacca degli outlaw, tanto che all’uscita del film e per parecchi anni dopo, alcune scuole americane vietarono ai propri studenti di indossarla.
Lo stesso James Dean, ai tempi un’icona dei teenagers, si fece spesso fotografare indossando un Perfecto.
Gli anni ’60 furono quelli dell’America edonista e improvvisamente ricca, dei quartieri residenziali con giardino e dei primi lavori “dalle 9 alle 5”. In quel periodo, il Perfecto venne oscurato da Brooks Brothers, J. Press e dagli altri marchi preppy, restando appannaggio dei gruppi di motociclisti come gli Hell’s Angels.
Fu nella seconda metà degli anni ’70 che lo Schott Perfecto conobbe un comeback eccezionale: prima con i Ramones, poi con Bruce Springsteen e Lou Reed che lo indossarono in ogni occasione. Proprio nel 1975, grazie a numeri di produzione sempre crescenti, Schott decise di spostare gli stabilimenti produttivi da Manhattan al vicino New Jersey.
Gli anni ’80 e ’90 furono forse il momento di massimo splendore per l’iconica giacca Schott: da Joan Jett ai beniamini dell’hard rock e del glam metal, tantissimi artisti ne fecero la bandiera del loro stile, tanto è vero che molto difficile immaginare un giovane Slash senza il suo Perfecto.
Dal 2018, lo Schott Perfecto è esposto al MOMA (Museum of Modern Arts) di New York, come esempio di design eccezionale.
Una storia di 95 anni che noi di Rust and Glory ci auguriamo che possa continuare per sempre. Long live Schott Perfecto!
Fonte: Schott Perfecto’s history. La madre di tutte le giacche da moto (rustandglory.com)